Alberto Casadei in concorso al Premio Mario La Cava: «La nostra ‘inchiesta’ è questa, raccogliere tanti indizi e cercare di capire come vanno le cose in quella grande avventura che chiamiamo vita.»

di Mariateresa Ripolo*

Conosciamo più da vicino le 10 opere, le scrittrici e gli scrittori che parteciperanno alla settima edizione del Premio Letterario “Mario La Cava”.
Le opere che quest’anno si contenderanno il prestigioso premio – ricevuto negli anni precedenti da Claudio MagrisMaria Pia AmmiratiNadia TerranovaDonatella Di PietrantonioAlessandro Zaccuri Gian Marco Griffi– sono state attentamente selezionate da una commissione di critici e scrittori del panorama letterario italiano. La giuria chiamata a valutare le opere è composta da Mimmo GangemiRaffaele NigroGabriele Pedullà, Mirella Serri e Domenico Calabria in qualità di Presidente del Caffè Letterario Mario La Cava.

Anche in questa edizione, inoltre, sarà conferito il “Premio dei lettori”, assegnato dai soci del Caffè Letterario Mario La Cava.

L’intervista

Le nostre domande allo scrittore Alberto Casadei, autore dell’opera “La suprema inchiesta”, pubblicata da Il Saggiatore, proposta da Renato Minore.


“La suprema inchiesta” si basa sulla ricerca di una “verità impossibile”. Una verità che va oltre le apparenze e che non si basa su risposte scontate, andando così a creare una sorta di cortocircuito narrativo. Come nasce questo romanzo?

Il libro ha avuto una prima spinta nel 2011, a ridosso dei fatti narrati. Sembra un lontano passato, ma in quell’anno accaddero tanti avvenimenti che segnarono una fase storica importante: dal disastro di Fukushima alla strage di Utoya, dalle rivolte di Occupy Wall Street alla crisi dell’euro alla caduta dell’ultimo governo Berlusconi. Io immaginai un poliziesco che parlasse di tutto questo, ma già pochi mesi dopo il quadro era del tutto cambiato. Ho allora aspettato un po’ e ho ripreso in mano il tutto più volte, sino al 2023. In questo modo le trame sono diventate varie altre, i tempi storici coinvolti si sono moltiplicati, e insomma il libro ha preso una fisionomia tutta sua. Da instant book è diventato un mosaico con tante tessere, ognuna importante in sé ma interpretabile solo nell’insieme. La scommessa che propongo al lettore è quella di aprire il suo sguardo e di cercare di ricomporre i tasselli: non è detto che tutto torni, che ci sia un’unica chiave di lettura, ma adesso la nostra ‘inchiesta’ è questa, raccogliere tanti indizi e cercare di capire come vanno le cose in quella grande avventura che chiamiamo vita.

Quali sono i suoi punti di riferimento in ambito letterario? Ci sono scrittori o opere che hanno segnato il suo modo concepire la scrittura?

I miei modelli sono davvero parecchi perché questo libro è anche un insieme di scritture e di stili diversi. Di certo ho cercato di proseguire quella linea che Italo Calvino ha chiamato della ‘molteplicità’: romanzi come il Pasticciaccio di Gadda o l’Ulisse di Joyce rappresentavano una realtà complessa e multiforme, ma adesso abbiamo strumenti potenti, a cominciare dal Web e dal Cloud, che ci consentono di fare ricerche su qualunque argomento, e addirittura le varie forme di Intelligenza Artificiale ci possono fornire risposte plausibili e in apparenza complete (ma non è così…). Ecco, il mio libro si ispira molto a questa situazione e si interroga su cosa possono cercare oggi personaggi comuni, come sono i vari protagonisti della Suprema inchiesta, e che cosa ancora ci insegnano le vite e le opere di tante figure del passato. Il montaggio di vicende diverse si trova in molti romanzi recenti, penso a quelli di Pynchon, di DeLillo, di Powers, ma è tipico anche delle serie televisive e di film importanti, per esempio di Nolan. Per quello che ho potuto, ho cercato di inserire il mio libro in questo modo di interrogare la realtà e di leggere le storie, vere o immaginarie che siano: in fondo, è un po’ questa la ‘suprema’ ricerca che ciascuno di noi cerca di compiere.

È contento del fatto che la sua opera sia stata selezionata e sia in gara al Premio Letterario “Mario La Cava”?

Il fatto di essere indicato da lettori esperti e competenti per premi letterari di ottimo valore è sempre un motivo di soddisfazione. Naturalmente sarebbe bello anche incontrare nuovi lettori del libro, capire cosa è piaciuto, quali dubbi ha suscitato. L’ho fatto in parecchie presentazioni e spesso mi sono arrivate osservazioni molto acute. Ho notato che ciascuno dei miei personaggi può interessare per motivi in parte imprevedibili, ma ci sono alcune scene che colpiscono un po’ tutti. Essere coinvolti in un premio o in una presentazione insomma è importante per un autore, anche per calibrare il tiro per nuove opere. In ogni caso, faccio i miei migliori auguri di lunga vita al Premio “Mario La Cava”.

Intervista di Mariateresa Ripolo

L’Autore

Alberto Casadei
Si è laureato e specializzato in Letteratura italiana presso la Scuola Normale Superiore e l’Università di Pisa, dove attualmente insegna. Ha pubblicato numerosi lavori di italianistica e di comparatistica del Cinquecento e del Novecento: da ultimo Stile e tradizione nel romanzo italiano contemporaneo (Il Mulino, 2007), Montale (ivi, 2008), Ariosto: i metodi e i mondi possibili (Marsilio 2016).

L’opera

La suprema inchiesta è il romanzo di una ricerca impossibile. Un’indagine attorno a un misterioso omicidio che si trasforma in un resoconto dei nostri umani tentativi – a volte sublimi, a volte fallimentari, altre ancora grotteschi – di raggiungere la verità.
Roma, 2010. Livia Bianchi, vicequestore aggiunto, si trova a indagare sulla morte di una escort di lusso, assassinata brutalmente a poca distanza da Palazzo Grazioli. Sin da subito, il caso «Bella di Rodi» appare complesso: ogni elemento della vicenda sembra attorniato da una rete di disonestà, ambiguità e compromessi che dalla politica arrivano all’imprenditoria, fino alla criminalità organizzata. La stessa rete dentro cui si muove il marito di Livia, l’architetto Angelo Consani, in cerca dei finanziamenti per realizzare il suo ambizioso progetto di una Nuova Città Ideale. Tra loro i due figli, Lorenzo e Giovanna, persi nella confusione e nella vulnerabilità dell’essere giovani.
È in questa cornice, mentre l’indagine di Livia avanza, che accade qualcosa di inatteso: personaggi dai contorni impossibili si mescolano ai protagonisti della cronaca; la realtà si apre ad apparizioni fantastiche; i tempi degli eventi collassano gli uni sugli altri; la parola lascia spazio alle immagini. Attraverso questo cortocircuito narrativo Alberto Casadei fa emergere all’interno del racconto una nuova inchiesta, più profonda, nella quale coinvolge anche il lettore: connettere ciò che appare difforme, spingersi al di là dell’atteso, rifiutare ogni facile risoluzione.

Le 10 opere in concorso

  • Grande meraviglia Viola Ardone – Einaudi – Proposto da Umberto Broccoli
  • Sott’acquaFrancesco Borrasso – Giulio Perrone – Proposto da Massimo Onofri
  • Dove non mi hai portata – Maria Grazia Calandrone – Einaudi – Proposto da Gabriella Sica
  • La suprema inchiesta Alberto Casadei – Il saggiatore – Proposto da Renato Minore
  • La Sperta e la BabbaGiovanna Di Marco – Caffèorchidea – Proposto da Maria Rosa Cutrufelli
  • Come acqua comandaErica Donzella – Kalòs – Proposto da Elvira Seminara
  • La ricreazione è finitaDario Ferrari – Sellerio – Proposto da Caterina Verbaro
  • Il bambino e le isole (un sogno di Calvino)Marino Magliani – 66thand2nd – Proposto da Matteo Meschiari
  • Villa del seminarioSacha Naspini – E/O – Proposto da Domenico Dara
  • A pala e picconeVincenzo A. Scalfari – Marcos y Marcos – Proposto da Gian Marco Griffi

*Mariateresa Ripolo
Giornalista pubblicista.
Nata nel 1993, si laurea nel 2015 in Scienze della Comunicazione all’Unical. Prima di specializzarsi in “Informazione, editoria e giornalismo” a Roma Tre, trascorre un periodo di studi all’Università di Castilla la Mancha, in Spagna, dove ha l’opportunità di imparare la lingua e di visitare gran parte della penisola iberica. Ama i viaggi, l’arte e i libri. Con il sogno di diventare giornalista sin da bambina, è sempre più convinta che l’informazione e la cultura siano le armi più potenti per cambiare il mondo.